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Tumore al seno: il rischio di linfedema persiste per anni


Uno studio, che ha coinvolto più di 200 pazienti, ha mostrato che le donne che sopravvivono al tumore al seno hanno un rischio di linfedema più lungo di cinque anni dopo la fine del trattamento.

In base ai criteri utilizzati per definire linfedema, l'incidenza a 5 anni è risultata compresa tra il 43% e il 94%.
L'incidenza ha continuato ad aumentare durante il follow-up a 60 mesi.

Questi risultati confutano l’attuale credo che il linfedema persista solo per i primi 12 mesi dopo il trattamento.
Inoltre è in contrasto con la convinzione che i nuovi trattamenti abbiano sostanzialmente ridotto il rischio di linfedema.

Ben il 40% delle donne con nuova diagnosi di cancro al seno sviluppano linfedema dopo il trattamento.
Inizialmente, il gonfiore causa disagio e forse una certa disabilità; in tempi successivi la condizione può causare cellulite e linfangite, predisponendo i pazienti a infezioni sistemiche potenzialmente minaccianti la vita.

Le stime di incidenza del linfedema, tratte dai dati di letteratura, sono molto diverse, dal 6% ad oltre il 60%.

Nel tentativo di definire in modo più accurato l’incidenza di linfedema, sono state seguite in modo prospettico 211 pazienti con nuova diagnosi di tumore alla mammella per 60 mesi.
Sono stati utilizzati tre metodi per valutare il linfedema: perimetria, circonferenza, e segni e sintomi autoriferiti.

I pazienti sono stati valutati prima e subito dopo il trattamento e poi nel corso del follow-up ogni 3 mesi per il primo anno e successivamente ogni 6 mesi, fino a raggiungere un totale di 60 mesi.

L'incidenza a 12 mesi variava dal 22% al 66%. A 60 mesi, il range di incidenza era del 43-94%. ( Xagena Medicina )

Fonte: American Society of Clinical Oncology's Breast Cancer Symposium, 2010

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